Nathalie Tornay, la piacevolezza in un sorso di Bouzy.

Ho già parlato della famiglia Tornay, in questo articolo dedicato all’azienda ed alle peculiarità del comune di Bouzy, Grand Cru tra i più rinomati della Montagne de Reims, quello che a mio avviso al pari di Ambonnay estrae dall’uva pinot noir le caratteristiche più interessanti di tutta la Champagne.

Tutto ciò per via di un terroir unico nel suo genere e per la grande esperienza e tradizione delle aziende che lo hanno reso celebre. Nathalie, figlia di Bernard storico fondatore della maison Tornay, oltre a dirigere egregiamente con il marito Rudy Hutasse la principale azienda di famiglia, ha deciso da alcuni anni di uscire sul mercato con un suo personalissimo marchio omonimo, uno di quelli che amo definire “satellite” rispetto all’azienda principale.

La Maison

Lo Champagne Nathalie Tornay Brut Grand Cru, segue la stessa filosofia produttiva legata all’azienda Tornay, ovvero lotta integrata in vigna e minimo intervento in cantina. L’utilizzo di moderne tecnologie, unite alla tradizione champenoise ed alla grande esperienza della maison, assicurano al prodotto finale un risultato che va ben oltre l’indiscutibile qualità, in questi Champagne si cerca di restituire fedelmente il concetto di aderenza ad un territorio unico e straordinario.

Il Vino

Frutto di un assemblaggio che vede protagonista il pinot noir, impiegato per il 60% della cuvée, a saldo troviamo lo chardonnay. La particolarità di questo vino è data dal fatto che le uve impiegate provengono solo da vigneti classificati Grand Cru e situati nel comune di Bouzy. L’età media dei vigneti è 35 anni, dai più giovani che ne hanno 10 ai più vecchi che ne hanno ben 75.
Sosta 36 mesi sui lieviti più ulteriori 6 mesi post dégorgement, 12,5% vol. è figlio della vendemmia 2012, nella cuvée vengono impiegate anche cinque tipologie di vini di riserva diversi, svolge la fermentazione malolattica e l’affinamento in vasche d’acciaio.
La sboccatura non viene riportata in etichetta, dalla mia analisi visiva e gusto-olfattiva, il dégorgement è stato effettuato nel primo trimestre del 2017, dunque il vino ha riposato altri 20 mesi, il mimino sindacale che assicura al prodotto stesso una distensione gustativa ed un’ evoluzione degli aromi sempre premiante a mio avviso.

La Degustazione

 

La veste è giallo paglierino vivace, toni caldi virano verso l’oro antico ed il perlage minuto, analizzato in controluce, evidenzia riflessi beige molto eleganti. Le bollicine sono numerose, persistenti, cordoncini fitti e regolari resistono anche a diversi minuti dalla mescita.

Il naso esordisce goloso, piuttosto dolce rispetto al Grand Cru della maison Tornay, l’ananas maturo ed il mango anticipano note di susina rossa, biancospino e miele d’acacia. Con lenta ossigenazione il bouquet è ravvivato da percezioni minerali intense in pieno stile Bouzy, un misto di calcare e gesso molto fine ed elegante. Da segnalare l’intensa nota di nocciola che si percepisce a diversi minuti dalla mescita.

Il palato è in netta contrapposizione al naso, pur mantenendo una coerenza stilistica gourmande data da un perlage cremoso e rotondo, il sorso risulta agile e scattante, affilato e snello, privo di quella densità gustativa che mi sarei aspettato e che solitamente mi stanca. La freschezza è spinta ai massimi, mitigata da un frutto opportunamente maturo che dona equilibrio, lunga la scia sapida che rimanda al terroir di provenienza. Un vino che risulta davvero lungo in bocca, ha stoffa e materia, riempie il palato senza esasperarlo.

L’abbinamento

L’abbinamento che ho scelto per questo vino è il frutto di un pomeriggio di lavoro, perché in compagnia di Danila abbiamo deciso di fare dei cappellacci fatti in casa a mano, con il classico ripieno di zucca della ricetta ferrarese che prevede anche uova e Parmigiano Reggiano, oltre che pepe nero e noce moscata. Li abbiamo conditi con un sugo molto delicato fatto con pomodori Pachino e panna fresca, mantecati con Parmigiano Reggiano.

L’abbinamento è risultato più che indicato, semplicemente citando gli ingredienti del piatto si pensa subito ad una bollicina, ma non una qualsiasi. Lo Champagne di Nathalie Tornay per via della sua grande freschezza è riuscito perfettamente a contrastare la tendenza dolce del ripieno dei cappellacci, per non parlare della panna fresca. La sapidità del vino inoltre ha tenuto perfettamente l’intensità aromatica della zucca, smorzando quel tipico sapore dolce.
Il vino ha un ottimo rapporto qualità prezzo, ho attribuito un punteggio pari ad 89 punti ed il prezzo in Gdo, soprattutto in Francia, non supera le 20 euro, on line/enoteca 25-30.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.