Il Prünent della Val d’Ossola: un Nebbiolo raro e antico.

Tranquilli, non ci ho messo due mesi e mezzo a scrivere questo articolo, per quanto particolare e curioso possa sembrare il titolo.
Questi mesi hanno messo a dura prova la mia capacità di far quadrare il lavoro, la vita privata e una sciocchezzuola chiamata trasloco, effettuato a seguito dell’acquisto della mia nuova casa a Novara, una delle esperienze più traumatizzanti della mia vita. Non penso serva aggiungere altro per giustificare la mia assenza dal web di cui comunque mi scuso, soprattutto nei confronti dei miei fedeli lettori che mi hanno scritto privatamente chiedendo spiegazioni e che non smetterò mai di ringraziare.
Veniamo a noi, non vi ho mai nascosto la mia passione per il Nebbiolo, ci mancherebbe, sono nato a Novara come potrei non essere letteralmente rapito da questo antico vitigno, che da noi prende il nome di Spanna.

La mia è sempre stata una terra di grandi Nebbiolo, tra i più complessi e longevi. Un pò alla volta, soprattutto negli ultimi anni, nomi come Gattinara, Ghemme, Boca, Lessona, Bramaterra oltre alle doc Colline Novaresi e Coste della Sesia, stanno guadagnando la loro giusta fetta di mercato.

Sono vini destinati al mercato locale o a quello estero: nord Europa, America, Giappone, mercati che a quanto pare oggi più che mai, cominciano ad apprezzare l’eleganza, la bevibilità e la complessità di questi vini e non più solo muscoli, struttura e concentrati di marmellata di frutta, al contrario di una grossa fetta del nostro mercato interno italiano che a quanto pare, nonostante gli scandali, resta ancorato a questi stereotipi, ma per carità i gusti sono gusti, ci mancherebbe.
A questi mercati si è aggiunto anche il mio, ovvero quello della mia cantina che di sicuro compete ad armi pari, disponibilità economiche permettendo, vista la quantità di bottiglie che acquisto regolarmente senza per fortuna rovinarmi. Grazie a Dio queste zone non hanno ancora subito certi boom allucinanti come in Langa, Bolgheri, Valpolicella o Montalcino.
Ma in questo articolo “si può dare di più” come cantava un vecchio trio a San Remo.
Oggi vi parlerò di una tipologia di Nebbiolo ancor più di nicchia e davvero difficile da reperire, a meno che come il sottoscritto e Danila non siate appassionati di sci di fondo e quasi ogni week end, neve permettendo, ci passiate davanti. La varietà di Nebbiolo di cui vi parlerò è l’antico Prünent, un clone tipico di Nebbiolo nato e cresciuto da sempre in Val d’Ossola.

Panorama della Val  d'Ossola
Panorama della Val d’Ossola

Il vitigno ha origini davvero antichissime, è addirittura menzionato in un testamento scritto del 18 maggio 1309 da Dumino di Pello di Trontano, comune dell’Ossola, che disponeva un lascito annuale di nove staia di vino perpetuo al Convento dei Frati Minori di Domodossola che serviva a celebrare la Santa Messa.
Questo vino doveva essere esclusivamente Prünent, questo dimostra come già ai tempi fosse riconosciuto come vino pregiato, da invecchiamento, apprezzato anche fuori dall’ Ossola.

Oira di Crevoladossola
Oira di Crevoladossola

Per raggiungere la vicina Svizzera l’unica strada percorribile passava proprio da questi comuni ossolani, ma questo anche fino allo scorso secolo, ci racconta Mario, l’attuale proprietario di Cantine Garrone, che ci ha gentilmente accolto a Oira di Crevoladossola a Cà d’Matè, una stupenda casa del 1500 situata in questo stupendo comune tra i più vocati per la coltivazione di queste nobili uve, dove è presente la loro cantina di affinamento, quella di produzione è invece situata a Domodossola.

Cà d'Maté dal 1500
Cà d’Maté dal 1500

Questa citata è l’unica azienda della zona, commercia vino sa sempre, attualmente raccoglie le uve migliori da una sessantina di viticoltori, piccoli e piccolissimi, aderenti all’ Associazione Produttori Agricoli Ossolani.
I vitigni sorgono su piccoli appezzamenti terrazzati, per la maggior parte coltivati nella tradizionale “Toppia” (pergola) sostenuta da antiche colonne di sasso.

La Toppia
La Toppia

Oltre a varietà tipiche della zona come Croatina e Barbera o i più sperimentali Merlot e Chardonnay, è proprio il Prünent, vinificato per la maggior parte in purezza il vero orgoglio dell’azienda. Proviene da vigne in prevalenza antiche, nelle quali albergano,anche piante centenarie “a piede franco”.
La Denominazione d’Origine Controllata “Valli Ossolane” nasce con lo scopo di caratterizzare un’area viticola particolare nel territorio dell’Ossola, il territorio di produzione è distribuito geograficamente nella parte più a nord del Piemonte nelle zone che un tempo venivano denominate Alto Vercellese e dell’Alto Novarese, oggi Vco appunto Verbano Cusio Ossola.
Sono terreni generati da antichi depositi fluviali terrazzati ed ondulati, con alcune limitazioni per scarsa profondità dello strato attivo e recanti talvolta un sottosuolo roccioso.
Nelle zone di bassa collina ovvero nella parte terminale delle vallate sono caratteristici i terreni limosi che sovrastano orizzonti argillosi, nelle zone invece di più alta valle abbiamo terreni più ricchi in scheletro tendenzialmente più poveri di quelli precedentemente citati ma adatti alla viticoltura, in quanto ben drenati e senza ristagni idrici, normalmente posti su declivi ben esposti e quindi adatti ad una viticoltura di qualità e basse produzioni, caratterizzata in base alla sua morfologia da escursioni termiche elevate, fattore determinante per la qualità delle uve sopratutto a livello di impatto olfattivo.
Ma parliamo di questi vini dunque.

Munaloss
Munaloss

Il primo, gentilmente offerto da Mario è il loro vino base, il “Munaloss”  vino rosso da tavola, 12 % vol. un blend di 50 % Nebbiolo, 30 % Croatina, 20 % Barbera, esclusivamente vinificato in acciaio.
Presenta un colore rosso rubino vivace di media trasparenza, nuance granato in profondità, media consistenza.
Al naso presenta un buon impatto olfattivo incentrato su toni speziati molto intensi di pepe nero e chiodo di garofano, il floreale molto fresco di violetta si alterna a note fruttate di ciliegia fresca, note vegetali e lievemente balsamiche, insomma davvero un naso fine ed elegante. Il palato ha ritorni aromatici di frutta e pepe, media struttura ed intensità, discreta persistenza con finale fresco e abbastanza tannico, di ottima beva insomma, per la serie chi ben comincia è a metà dell’opera. Lo vedrei magistralmente abbinato ad un pollo ruspante cotto allo spiedo con un contorno di patate al forno aromatizzate alla paprika.

Cà d'Maté
Cà d’Maté

Parliamo del secondo vino il Cà d’Maté Valli Ossolane rosso Doc, questa volta 70% Nebbiolo, 20% Croatina, 10% Prünent, fermentazione in acciaio, affinamento in barriques di terzo passaggio per un minimo di dieci mesi, 13,5% vol.
Il colore rosso rubino con riflessi granato ha buona trasparenza, è consistente, si apre al naso con note di frutta rossa molto fresca come la ciliegia, il lampone, l’arancia rossa sanguinella. Successivamente arrivano le note minerali tipiche dei nebbioli di montagna, la pietra, una lieve nota metallica di ruggine, note floreali di viola e speziate di pepe nero, sbuffi mentolati a chiudere un naso di estrema eleganza, che potrà solo evolvere con il passare del tempo verso note ancor più complesse, così come il palato tipicamente ruvido, ma piacevole, di buona persistenza e coerenza olfattiva soprattutto nella parte speziata e sapido/minerale, questa volta l’abbinamento a tavola è ideale se lo pensiamo e non solo, affianco ad un piatto di pappardelle ovviamente fatte in casa, con abbondante sugo di lepre, provare per credere.

prunent
Prünent

Ma giunti a questo punto, eccolo il vero gioiello di questa azienda, ovvero il “Prünent” Valli Ossolane DOC Nebbiolo Superiore 2012.
Prodotto esclusivamente con uve Prünent coltivate nei migliori comuni del comprensorio Ossolano, vinificato in acciaio, affina successivamente in barriques di terzo passaggio per un minimo di dieci mesi dove svolge anche la fermentazione malolattica, 13,5% vol., segue un breve periodo di affinamento in bottiglia e poi viene messo in commercio in appena 4000 esemplari, ma esaminiamolo.
Color rubino di media intensità e trasparenza, si evidenziano sull’unghia note color granato tipiche del Nebbiolo, il vino ha buona consistenza nel bicchiere, archetti fitti e ben delineati che dimostrano una buona estrazione della materia.
Il naso è intenso, subito floreale di viola fresca. Il frutto è sempre rosso, leggermente più dolce e maturo l’amarena, il lampone, una nota fresca di pompelmo rosa, fragolina di bosco matura.
Note speziate di pepe verde e noce moscata, con l’ossigenazione si apre su note minerali rocciose e lievemente mentolate, un finale dolce di liquirizia, vaniglia e addirittura paprika. Insomma una complessità notevole, considerando la giovane età figuriamoci cosa ci potrà riservare tra 5 anni o anche molto, molto di più.
Il palato è molto elegante e fine ma dimostra persistenza ed intensità notevoli, mantenendo comunque finezza e grande bevibilità. Il tannino è ancora molto presente e ruvido, ci mancherebbe, ma piacevole e lo considero fondamentale a supporto di un Parmigiano Reggiano Vacche rosse 24 mesi o su di un tipico salume Ossolano, altra grande perla della zona.
Insomma spero come sempre di avervi incuriosito, il mio obiettivo alla fine è sempre questo, anzi, delle volte immagino proprio con i miei articoli di indurvi ad uscir di casa, spinti dalla stessa passione che anima le mie parole, con l’obiettivo di andare a visitare questi stupendi territori che spero nel mio piccolo di aver contribuito a valorizzare.
A presto ragazzi, mi raccomando, un bicchiere di Prünent alla nostra salute e a quella dei viticultori che con grande fatica, sacrificio e passione, contribuiscono ogni giorno alla salvaguardia di questa chicca enologica italiana.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.

2 Risposte a “Il Prünent della Val d’Ossola: un Nebbiolo raro e antico.”

  1. Buon giorno Andrea ben tornato. Come sempre ci rapisci con i tuoi articoli veramente ben fatti, anzi mi sembra quasi d’essere stato presente alla degustazione dal tanto sia ben narrata, COMPLIMENTI! In attesa di una lezione di Danila, che ne approfitto per salutare sui distillati ed in particolare per chiarire le idei sui torbati un viva la Franciacorta che all’Expo 2015 rappresenterá l’ITALIA!!! Speriamo offrano Casa delle colonne….. Grazie a presto ragazzi

    1. Ciao Gabriele, grazie per i tuoi complimenti, mi fa davvero piacere che leggendo i miei articoli arrivi a percepire queste sensazioni, ripaghi al mille per mille i miei sforzi, Danila ti saluta e ti comunica che è già all’opera con i suoi articoli didattici per stupirti.
      Che dire? Expo 2015 a Milano, mi sembra più che giusto rappresentare con un prodotto del territorio, il più adatto per brindare all’inizio di questo evento mondiale che speriamo porti alla nostra sventurata nazione solo conseguenze positive. Come ben sai la Franciacorta è una denominazione vasta, di cui si è parlato molto nel bene e nel male, ma considerando “il bene” ci sono aziende che lavorano davvero in maniera seria e quella che hai citato, ovvero Fratelli Berlucchi è una delle migliori in assoluto, a mio avviso. Se ti capita assaggia anche la nuovissima “1701” di Cazzago San Martino, ottimo rapporto qualità prezzo, bolla esemplare per finezza ed eleganza, mineralità, sapidità e buona persistenza gusto olfattiva, insomma le basi per un buon metodo classico. A presto continua a seguirci.

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