Sardegna: un mare di vino. Il Torbato

Parlare di Sardegna in questo periodo può risultare scontato, basta aprire la pagina di Facebook o Twitter, orde di vacanzieri entusiasti non fanno altro che postare foto in pieno relax, un selfie tra gli scogli, tra le onde o tra mega taglieri di salumi e formaggi sardi, beata la vacanza, beati loro soprattutto perché per quanto mi riguarda dovrò attendere ancora un bel po’.
Io no, a questa terra antichissima quanto meravigliosa sono legato per ragioni sentimentali, in tutti i sensi, non mi fate parlare troppo altrimenti la professoressa di Fresco e Sapido comincia a lanciarmi qualcosa.
Sono “solo” quindici anni che vado costantemente tutte le estati, ho imparato ad amarla soprattutto nei suoi luoghi più incontaminati, non certo in quelli da copertina.
Per il vino funziona pressapoco allo stesso modo, attraverso due articoli vi parlerò di vini sardi sicuramente meno scontati e banali di quelli che si trovano praticamente tutto l’anno in sconto nella Gdo o nei wine bar meno specializzati.

Senza nulla togliere ai vari Cannonau e Vermentino, ce ne sono di meravigliosi, negli ultimi anni però bisogna andarli a scovare tra centinaia di aziende che producono vini di una pesantezza e banalità sconvolgente, ma si sa, l’occasione fa l’uomo ladro.
Il primo vino di cui vi parlerò è il Torbato, vitigno di antica origine, migrato dalla culla egea alle coste iberiche attraverso le rotte dei mercanti Fenici, introdotto in Sardegna con le dominazioni spagnole, è un vino che mio avviso merita particolare attenzione perché riesce ad imporsi per eleganza ed equilibrio.
La bottiglia in questione, considerando la tipologia è a mio avviso la migliore che si possa trovare in Sardegna: Alghero Doc Torbato “Terre Bianche cuvée 161” un vino bianco fermo tra i più equilibrati ed eleganti d’Italia, viene coltivato nel cuore delle Terre Bianche, terreni ricchi di calcare provenienti da millenarie sedimentazioni marine. Ha sicuramente un rapporto qualità prezzo che, nonostante gli svariati riconoscimenti presi, oserei definire imbarazzante, nemmeno 10 euro in enoteca.

Torbato Cuvée161 Terre Bianche 2011 Az. Sella&Mosca
Torbato Cuvée161 Terre Bianche 2011 Az. Sella&Mosca

L’azienda rappresenta un pezzo di storia dell’Italia vitivinicola, situata al Alghero (Sassari) il suo nome è Sella e Mosca, senza dubbio l’azienda più importante in Sardegna. Vi starete chiedendo: non mi sembrano due cognomi sardi, esattamente! Le sue origini risalgono ai due avventurosi piemontesi che iniziarono a bonificare le terre sulle quali si estendono oggi gli oltre 550 ha dei vigneti Sella&Mosca. Un paesaggio incantevole, una terra ricca di promesse e l’incontro fortunato di questi due piemontesi amanti dell’avventura, affascinati da una terra incontaminata: l’ingegnere Sella, nipote del famoso statista Quintino Sella, e l’avvocato Mosca. L’azienda a mio avviso è una delle più importanti in Italia considerando i numeri e l’attenzione che riserva alla qualità, cosa assai rara di questi tempi.
Ma veniamo al vino, annata 2011, si presenta cristallino più che mai, un bel giallo paglierino luminoso e vivace con riflessi dorati, archetti fitti e regolari.

Bellissimo colore
Bellissimo colore

Il naso è intenso e grazie alle infinite sfumature non può che essere complesso. Inizialmente floreale, si percepiscono eleganti note di mimosa e fiore di mandorlo, le note fruttate si distinguono prima in una fresca sensazione di cedro, per poi continuare su note di pesca gialla e mango. La vera classe di questo vino arriva solo ora: la mineralità! Qui c’è tutto il suo terroir, note di calcare, gesso, sensazioni iodate e salmastre, insomma ogni ben di Dio per gli amanti di questi pregiati sentori. Dopo una decina di minuti nel bicchiere, ad una temperatura di 12 gradi si percepiscono a mio avviso note più calde, comunque eleganti e per nulla invadenti, di vaniglia, cioccolato bianco, yogurt, miele di acacia, leggerissima nocciola tostata e leggero fumé. Questi sentori sono dati dall’élevage sui lieviti, unitamente ad una piccola aliquota fermentata in barrique che conferiscono al vino struttura, pienezza e volume per una gradazione alcolica pari a 14% volume.
Ma veniamo al palato, in perfetto equilibrio tra sapidità e freschezza stupisce davvero per la lunga persistenza, dura oltre il minuto, è morbido e pieno, si sente la struttura. La nota pseudocalorica è ravvivata da una splendida freschezza, si avverte una corrispondenza dapprima incentrata sulla frutta descritta, soprattutto il cedro e la pesca, poi arriva la nota speziata ed il finale decisamente minerale, lascia una piacevole sensazione di pulizia e freschezza che invoglia il successivo sorso per una bottiglia che pare abbia il buco alla sua base.
Questo vino a mio avviso si sposa perfettamente con un piatto di gamberoni lardellati su una crema di basilico o sul più classico degli spaghetti allo scoglio, senza pomodoro ma con tante lamelle di bottarga sopra.
Questo è solo il primo dei due articoli dedicati alla mia amata Sardegna, spero vi sia piaciuto e che siate già curiosi di sapere quale sarà il prossimo. A presto e buone vacanze!

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.

5 Risposte a “Sardegna: un mare di vino. Il Torbato”

  1. Buona sera razazzi come va? Ma questo vino é quello che mi hai consigliato col Cus cus?? Mannaggia quando nn ti ho ascoltato!!! Ora sono proprio preso x la gola da questo vino Sardo… Cosa mi dici del Cargnano di Sardegna?? Ho in programma d’acquisterlo… Ieri sera Enry ha voluto un rosso di quelli che piacciono a lei da abbinare a 2 belle castate ed io l’ho accontentata con uno che nn avevamo mai provato, un Buttafuoco Picchioni 2009 riva bianca!! A noi é piaciuto parecchio e l’ultimo sorso era meglio del primo… Un vino pieno ed intenso con un profumo di cioccolato fondente abbiamo sentito, lo conosci?? Stasera birretta fresca St. Etienne con pasta al pesto…. una cenetta un pochino piú estiva hihihihi Complimenti anche a Daniela x gli articoli sulla birra, ne sa tanto anche lei cavolo molto brava e magari prossimamente farete articoli sui distillati? Ciaooo

    1. Ciao Gabriele, ti ringrazio dei complimenti per il mio post, sono contenta ti sia piaciuto, ma ho tanto da imparare come tutti, divulgo quelle poche cose che ho imparato fin ora, e spero di non sembrare una maestrina nel farlo 😉 Danila (..non DaniEla! XD)

      1. Scusa ma asserire che in enoteca si trova a nemmeno dieci euro mi pare un po’ esagerato. Aspetto news
        Grazie

        1. Ciao, io in un enoteca storica in centro a Cagliari l’ho pagato 9,80€..scrivere bugie sarebbe controproducente, probabilmente fuori dalla Sardegna fanno pagare la spedizione, magari online ci sono prezzi più convenienti.
          Spero che del mio articolo non ti abbia colpito solo questo particolare. Ciao a presto!

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