San Patrizio a tutta birra

Dopo Halloween, che anno dopo anno sta diventato una festa sempre più sentita, la festa di San Patrizio è un evento che nelle città italiane sta riscuotendo un notevole interesse.
Fresco e Sapido non poteva restare a guardare, perché l’Irlanda offre una vasta gamma di birre particolarmente interessanti.
L’idea era molto semplice. Perché non preparare un menu tipico irlandese per questa festa, allo scopo di abbinare, ma soprattutto sperimentare, qualche birra diversa dal solito?


Danila, ideatrice della serata, ha scelto un menù davvero tipico:

Cheddar Pudding e Irish Soda Bread

-“Guinnes stew” ovvero stufato di manzo cotto lentamente con la celebre birra stout Guinnes.
-“Cheddar pudding” ovvero una sorta di lasagna fatta di pane raffermo, uova e formaggio Cheddar, originario della contea di Somerset, in Gran Bretagna.
“Irish soda bread” tipico pane irlandese, in cui si utilizza il bicarbonato al posto del lievito.
Ho scelto di abbinare al piatto vegetariano, due birre ad alta fermentazione particolarmente pregiate: le Mc Gargles, prodotte ovviamente in Irlanda. Una lager, di ispirazione bavarese, e una red ale, tipolgia nettamente più anglosassone. Entrambe le tipologie vengono prodotte in uno stabilimento a pochi chilometri da Dublino, fanno parte del gruppo Rye River di proprietà di Niall Phelan, Alan Wolfe e Tom Cronin.

La Lager
Mc Gargles Lager

La Lager, 4,5 % vol., mosta una schiuma densa e compatta, un colore dorato carico di pregevole luminosità e media trasparenza. Il naso è da subito agrumato, la scorza di mandarino e limone precede una netta sensazione floreale leggermente acre, note di zenzero e mais tostato.
Un sorso davvero equilibrato che richiama la sensazione agrumata, piacevolmente dissetante, lascia in bocca un piacevole finale ammandorlato e convince per buona persistenza e media intensità. Abbinamento: semplicemente perfetto. La grassezza e tendenza dolce del piatto vengono bilanciate in maniera ottimale dalle doti di freschezza della birra.

La Red Ale
Mc Gargles Red Ale

La Red Ale, 4,4 % vol.,tipolgia tra le più diffuse del comprensorio anglosassone, dimostra sin dal colore una certa prepotenza. Color ambrato carico e scuro, ricorda la tonalità della buccia di castagna, schiuma densa e compatta, ingolososice al primo olfatto grazie ad una sensazione dolce di caramello, ravvivata da frutti maturi e selvatici e da un finale nettamente boisé, che impreziosisce il bouquet (che poeta! scusate).
Il sorso è nettamente rotondo, la pienezza e l’equilbrio delle componenti dolci vengono ravvivate comunque da una senzazione di acidità che ne prolunga la persistenza e rende la birra piacevole ed al quanto beverina. Di media intensità, incontra anche in questo caso in maniera ottimale gli elementi gustativi che compongono il piatto.

La Stout Guinness
Guinness Stout

Ma veniamo alla bandiera dell’Irlanda, tranquilli non sto parlando dei colori, ma del simbolo indiscusso della birra irlandese: la Guinnes stout. RIcordate cosa significa quest’ultimo termine? Ma come no? Va bene non lo diciamo a Danila promesso. (date una ripassata al suo articolo però)
Stiamo parlando di una delle piùcelebri birre al mondo, prodotta dalla Arthur Guinness Son & Co.in una fabbrica irlandese nella celebre St. James’s Gate Brewery, sin dal 1759, fondata dall’omonimo Arthur Guinnes a Dublino.
Ovviamente il piatto che ho abbinato è il “Guinnes stew”.
La birra si presenta di tonalità bruno scuro, colore dato ovviamente dalla particolare tostatura del malto, il naso è accattivante con note di caffè, cacao amaro, carrube, una lieve percezione di fumo e pepe nero.

In bocca pare quasi ricordare il sapore di un ottimo caffè lungo americano, vi è una sensazione dolce di caramello che ne riassesta il gusto e che rende il finale piacevole ed equilibrato. La sensazione è accentuata dopo aver assaporato il manzo che richiama queste sensazioni.
Come al solito spero di avervi incuriosito, infatti lo scopo del mio blog da anni è soprattutto questo. Citando il nome di alcune enoteche dal gusto un po’ retrò, direi che Fresco e Sapido è “non solo vino”. Ricordatevelo.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.