“Obermairl Hof” Südtirol Eisacktal Riesling DOC 2011. Weingut Haderburg

Carissimi lettori, torno a parlare di Valle d’Isarco (qui il Post sui vini della Valle d’Isarco), come non potrei? Non solo perché ci sono letteralmente affezionato, ma perché questi vini rappresentano da sempre una scommessa vincente contro il tempo, ma per forza! Uno pensa di aver esagerato a fargli prendere polvere in cantina, ed invece no. Soprattutto quando si parla di “Obermairl Hof” Südtirol Eisacktal Riesling DOC 2011 Weingut Haderburg, la strada da percorrere è lunga e piena di insidie, ed il perdente sei quasi sempre solo tu che ti maledici per il semplice fatto di non aver aspettato ancora qualche anno prima di aprirla.

Questa azienda di Salorno, terra di confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano mi aveva già convinto con il metodo classico, soprattutto il loro celebre Pas Dosé, presto vi parlerò anche di questo gioiello, ma ragazzi dal 2004 hanno cominciato sul serio a coltivare Riesling a Chiusa, in piena Valle d’Isarco, terra eletta in Italia per questo tipo di vitigno. Come ho raccontato tempo fa.

Il Vino:
“Obermairl Hof” Südtirol Eisacktal Riesling DOC 2011. Weingut Haderburg

“Obermairl Hof” Südtirol Eisacktal Riesling DOC 2011. Weingut Haderburg, 12,5 % vol. Agricoltura biodinamica, fermentazione e vinificazione in vasche d’acciaio. 100 % Riesling, coltivato a Chiusa (Bz) età media delle vigne 11 anni.

Manto paglierino, vivace e di grande luminosità, archetti fitti, regolari delineano grande concentrazione.

Il naso risulta esplosivo, è da un po’ di tempo che non mi capitava di rimanere inebetito da cotanta mineralità. Note intense di crosta di sale, magnesite, ma soprattutto con lenta ossigenazione arrivano sentori di catrame ed idrocarburi. Lentamente si ingentilisce, affiorano sentori di scorza di limone, ananas acerbo e ribes bianco, successivamente si percepiscono note floreali di piccoli fiori di montagna ad uno stadio lievemente acre. Chiude su note erbacee di fieno secco e maggiorana. Insomma grande complessità ma soprattutto, come vi dicevo, un bimbo ancora in fasce e questa sensazione viene confermata al palato.

In bocca è tesissimo, le sensazioni di equilibrio faticano ancora a palesarsi, la grande freschezza data da un acidità spinta ai massimi, lievemente citrica, riporta la mente alle percezioni avvertite al naso, soprattutto ai frutti descritti. Davvero intenso e persistente, minerale, non vorrei abusare di questo termine ma c’è poco da girarci attorno. Insomma, non solo ho perso la scommessa, ma ho avuto l’ennesima prova che dimenticarsi una bottiglie di queste in cantina è cosa buona e giusta ed il bello è che questa aveva già 5 anni.

Il piatto in abbinamento:
Millefoglie di melanzana e hummus

L’abbinamento scelto è a base di finger food dove la pasta fillo sarà l’involucro di mille ricette dove l’elemento di grassezza servirà a compensare la grande acidità e freschezza di questo vino.

Queste piccole perle sono create dalla fantasia in cucina di Danila, e state pur certi che, come diceva un ex rapper dei miei tempi: ” Ce n’éééééééé!”.

 

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.