Il vero Talento del metodo classico italiano – parte 1: Lorenz Martini, Comitissa.

Cos’è il talento? Che significato ha questa parola?
In qualsiasi contesto lo si voglia analizzare questo termine rappresenta, a mio avviso, la capacità di saper sfruttare al meglio le nostre doti naturali, attraverso la passione e l’impegno costante di ogni giorno, con il solo scopo di arrivare a conseguire risultati che mirano alla perfezione e all’eccellenza.
Questa serie di articoli avranno lo scopo di valorizzare quelle piccole aziende di artigiani appassionati, spesso davvero sconosciuti ai più, ma per questo molto più interessanti e rappresentative di quella nuova idea di far vino più orientata all’identificazione con il terroir che alle logiche di mercato, sempre nel rispetto della materia prima che, giorno per giorno con passione e dedizione, viene coltivata e amata.

Iniziamo subito questa serie di articoli con quella che penso sia la mia scoperta del secolo per quanto riguarda il metodo classico italiano o perlomeno di sicuro la più interessante visita in cantina che ho fatto quest’anno, ecco a voi: Lorenz Martini.

Vigneti sulla Weinstraße, Strada del vino
Vigneti sulla Weinstraße, Strada del vino

La Cantina Spumanti Lorenz Martini è una vera chicca e rarità se consideriamo il fatto che si trova nell’antico paesino vitivinicolo di Cornaiano in provincia di Bolzano, una delle aree più famose e prestigiose dell’intera viticultura altoatesina, la famosa “Strada del Vino” dove scorrono fiumi di vino fermo di qualità, sede delle più prestigiose aziende della regione. Dal 1985 la famiglia Martini coraggiosamente lavora le uve tradizionali: Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero per produrre le preziose bollicine. Dopo 3 anni di maturazione in bottiglia secondo il metodo classico, si ottiene il nobile spumante Comitissa Brut Riserva, uno spumante che a mio avviso è in grado di competere ad armi con molti Champagne, e per dirlo io che da sempre riconosco la superiorità indiscussa dello Champagne nei confronti di qualsiasi altro prodotto di pari categoria ce ne vuole credetemi, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare, anzi, a Lorenz ciò che è il suo Comitissa, a mio avviso uno dei tre migliori spumanti italiani.

Lorenz Martini oltre ad essere un autentico vigneron, di quelli senza mezze misure: schietto, sincero, essenziale, è anche una persona splendida, gentilissimo, sempre con il sorriso sulle labbra ben disposto a raccontare aneddoti se non addirittura barzellette, come nel mio caso, che possano far comprendere la fatica e l’impegno che c’è dietro al suo spumante ed al suo lavoro che nasce a 500-800 m s.l.m., sui vigneti di Cornaiano, Appiano-Monte e Cologna-San Genesio, su un terreno argilloso, ciottoloso e calcareo. La sua scelta di produrre un solo spumante che sosta almeno 3 anni sui lieviti, 30% Chardonnay 30% Pinot Bianco 40% Pinot nero, con un dosaggio massimo di 4 grammi litro, la dice tutta sulla sua serietà e la sua voglia di dimostrare che da un grande territorio, con impegno e passione, può nascere un grande vino, in questo caso un grande spumante italiano.

I vini degustati
I vini degustati

Lorenz ha capito subito la mia grande passione per la tipologia e mi ha riservato una degustazione che oserei definirei memorabile, di quelle che fanno davvero emozionare, perché in questo caso mi ha dato la possibilità di analizzare la capacità del vino di evolvere nel tempo.
La degustazione è la seguente:

Comitissa riserva 2009
Comitissa brut riserva 2009

– V.S.Q.P.R.D. Alto Adige Comitissa Brut Riserva 2009, 13% vol. Ultima annata.
Veste giallo paglierino, vivace ma al contempo algida e molto nordica, bolle esemplari per finezza e regolarità, cordoncini regolari e grande sprint dato da una sboccatura abbastanza recente. Il naso è elegantissimo e molto fine, inizialmente incentrato su note floreali di mimosa e biancospino, piccoli fiori di montagna, note fruttate di susina gialla, mandarino, cedro, ananas e pesca bianca, tutte ancora molte fresche, con giusta ossigenazione il minerale composto da una nota di calcare e leggerissimo boisè, ancora note di yogurt, cioccolato bianco e sul finale si percepiscono ancora note erbacee di fieno secco e foraggio, un naso davvero pazzesco a mio avviso. Il palato è molto equilibrato e piacevole, la bolla carezzevole ma verticale, la freschezza la fa da padrona supportata da buona sapidità data dalla mineralità del terreno, sviluppa grande persistenza e coerenza di note fruttate, soprattutto l’agrume, con un finale che ricorda la mandorla tostata e la spezia. Prezzo in cantina 19 euro.

Comitissa brut riserva 2002
Comitissa brut riserva 2002

-V.S.Q.P.R.D. Alto Adige Comitissa Brut Riserva 2002, 13,5% vol. Dieci anni dalla sboccatura (pazzesco!!!!).
Da segnalare il fatto che Lorenz aveva stappato prima una bottiglia del 2001 ma, appena messa al naso purtroppo causa tappo birichino, ci ha subito cambiato il bicchiere e servito l’annata 2002, a mio avviso ancora più interessante per poter fare un raffronto poi con il V.S.Q.P.R.D. Alto Adige Comitissa Gold Brut Gran Riserva 2002 che invece sosta dieci anni sui lieviti. Ma veniamo dunque a questa vera rarità se consideriamo quante bottiglie ne saranno rimaste in cantina, la veste giallo paglierino in questo caso si alterna e riflessi dorati, il perlage è davvero fine di una bellezza davvero rara, ancora persistente e continuo, anticipa un naso incentrato su note agrumate mature, quasi di marmellata di agrumi, poi ancora note tostate di nocciola, pepe bianco, semi di finocchio, un’elegantissima nota ossidativa che ricorda la cera lacca, una leggera nota di incenso e la scorza di agrume candito da panettone, insomma davvero dei sentori complessi in evoluzione continua dal primo all’ultimo minuto. Il palato conserva ancora tanta cremosità, con un perlage che è pura seta, tanta sapidità e corrispondenza agrumata e di pasticceria, sviluppa una persistenza pressoché infinita, davvero emozionante non finirò mai di ringraziare Lorenz per avermi regalato quest’autentica emozione.
Prezzo in cantina: solo l’amicizia e la vera passione!

Comitissa Gold 2002
Comitissa Gold 2002

-V.S.Q.P.R.D. Alto Adige Comitissa Gold Brut Gran Riserva 2002, 13,5% VOL. Dieci anni sui lieviti, ad oggi unica annata prodotta di questa tipologia.
Pochi sono i vini che ti fanno passare la voglia di scrivere, perché le parole non sono mai abbastanza efficaci e una degustazione tecnica risulta sempre riduttiva, sembra quasi mancanza di rispetto nei confronti dell’emozione provata, considerando il fatto che questo è un blog e bottiglie come queste sono più uniche che rare, lo farò solo per voi.
Veste giallo dorato, vivace e brillante come un diamante 130 mila carati, perlage talmente fine da risultare quasi invisibile ad occhio nudo, ma è continuo, regolare e sprintoso. Il naso è un tripudio di frutta tropicale leggermente matura, mela cotogna leggermente candita che si alternano al mondo della pasticceria: pan brioches e panettone, poi note di albicocca disidratata, nocciola tostata, scorza di arancia e miele millefiori, il tutto sorretto da una decisa mineralità pietrosa e leggermente salmastra. Il palato è freschissimo, lungo e corrispondente, verticale, tesissimo, bolla croccante e suadente, tanta sapidità che riporta alle sensazione salmastre e di frutta matura soprattutto la mela e il miele millefiori.
Prezzo in cantina: 48 euro, a mio avviso nonostante sia una cifra importate, regalato.

Io e il grande Lorenz Martini
Io e il grande Lorenz Martini

Il primo articolo di questa lunga serie, che spero appassionerà non solo gli amanti del genere ma tutti i veri appassionati del mondo del vino finisce qui. Ringrazio nuovamente Lorenz per la gentilezza e l’amicizia dimostrata e mi auguro, per la gioia delle mie papille gustative e per il piacere di trascorrere un altra splendida mattinata in sua compagnia, di tornare presto a trovarlo a Cornaiano.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.

5 Risposte a “Il vero Talento del metodo classico italiano – parte 1: Lorenz Martini, Comitissa.”

  1. Ho le lacrime agli occhi… É la bollicina per antonomasia il Graal del metodo classico Italiano!!! Stavo valutando se ordinarne una cassa ďi Comitissa o una cassa mista tra Letrari riserva brut Letrari riserva dosaggio zero Riserva Lunelli Cumari del Salem exrta brut Metius Dorigati ed Enrico Gatti pas dosé, oppure una cassa di cuvée Prestige di Ca del Bosco che dici?? Tornando a Lorenz Martini che nn conosco, ma stimo davvero TANTISSIMO mi fa felice scoprire nel tuo articolo tanta umiltá e gentilezza di questo artista!! Ho letto che il prossimo millesimo di Comitissa Gold sará il 2006, ti risulta forse?? Grazie x queste perle d’articoli

    1. Grazie Gabriele, si Lorenz è davvero una persona squisita come le sue bollicine.
      Sempre cassa mista a mio avviso perchè a parte il cumari del salem troppo caro e sopravvalutato, le altre sono grandi bolle, ma a mio avviso 100 volte meglio il perlè nero del riserva lunelli, non c’è proprio paragone, il riserva lunelli è un vino ideato per la ristorazione leggermente troppo costruito affinamento in legno…anche se ottimo prodotto ci mancherebbe, prestige cheeeeee????cambiamo discorso va, lorenz mi ha detto che è previsto un nuovo gold ma non è ancora sicuro sull’annata. Grazie a te cmq per continuare con passione a seguire questo mio modesto blog, come va il corso Ais? A che punto sei? Presto uscirà un articolo che fidati non ti aspetti da me, vi sorprenderò.

  2. Hai attirato la mia attenzione con il sassolino che hai lanciato del nuovo articolo…. bé so bene la superioritá del Perlé nero é spiazzante la sua intensitá!! Il corso va bene ho finito il secondo livello e a Settembre comincia il terzo livello! Li hai provati tutti i vini che ti ho scritto? Oppure mandami tu una lista da 6 bottiglie…. ho provato settimana scorsa il millesimato 2009 brut di San Cristoforo, ma mi aspettevo piú freschezza e persistenza…. forse nn era una bottiglia furtunata perché i proumi erano sfuggenti e fiochi…. al contrario Sabato un’amico ci ha offerto un Cavalleri gran cru 2008 blanc de blancs. Costa 28€, ma ha una marcia in piú! Buona serata e grazie

    1. San Cristoforo è la mia azienda preferita di Franciacorta, proprio per la capacità di Bruno Dotti di preservare le caratteristiche peculiari del terroir di Erbusco in quanto a mineralità, eleganza, tanta tanta freschezza, un perlage da manuale soprattutto a livello tattile gustativo e tanta tanta persistenza sempre condotta con eleganza, bevibilità ai massimi, tutto questo è merce rara in Franciacorta, poi i gusti sono gusti o comunque sei incappato in una bottiglia sbagliata. Cavalleri grand cru 2008,28 euro? Sai già la risposta che si trova ad Epernay 🙂 anche se stimo l’azienda.
      Per quanto riguarda la lista delle 6 bottiglie citate, in testa ovviamente Letrari, poi Ferrari ma non con il riserva lunelli, seguito dal Methius poi Gatti e dopo anni Uberti. 6 bottiglie italiane da manuale? eccole:
      -brut D’Arapri 2009 riserva nobile
      -Marco Buvoli pinot nero opificio del pinot nero
      -Cuvée Brut Metodo Classico Francesco Bellei
      -trento doc pian castello endrizzi
      -trento doc Pisoni
      -trento doc Moser.
      …tento doc trento doc trento doc, scusa mi son inceppato, ahahahaha
      A presto grande, scherzi a parte non ti posso svelare tutte le perle se no poi chiudo il blog.
      Un abbraccio Gabri.

  3. Ahahah Trento doc for ever!!! Ma ho preso di proporito San Cristoforo sotto tuo consiglio, ho preso tutti e 4 i vini che producono, ma per ora ho provato solo quello, ma appena stappo un’altro ti manderó la mia prima recensione hihihi… in effetti a mio avviso a volte trovi dei franciacorta che per puntare a piú freschezza raccolgono l’uva “in dietro” oppure a me arriva quella impressione…si Cavalleri gran cru 2008 a 28€ ed il Saten e rosé 2009 e pas dosé 2009 a 22€ ed il collezione Giovanni Cavalleri 2005 a 32€…. Penso siano prezzi buoni? Il Lunelli mi da l’impressione d’essere piú immediato in un certo senso quasi da bersi in fretta rispetto al perlé nero, nn so se mi spiego?!?! Stiamo organizzando in 4 amici una serata x scovare il miglior Groppello in purezza della riva Bresciana del Garda, hai suggerimenti?

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