Ferrari “Perlé rosé” 2005: il gusto di saper rischiare.

Torno, come promesso, a parlarvi di una delle aziende italiane che fa volare sempre più in alto la bandiera italiana del vino nel mondo, con uno dei sui vini forse più interessanti se consideriamo il rapporto qualità prezzo che inevitabilmente, quando si hanno obiettivi così sfidanti come quelli delle cantine Ferrari dei F.lli Lunelli, tende sempre ad alzarsi un pochino. L’idea di scrivere questo articolo mi è venuta semplicemente perché ieri sono sceso in cantina e non sapendo cosa aprire, sono andato per esclusione: Ferrari Trentodoc metodo classico “Perlé rosé” vendemmia 2005 con sboccatura 2011, 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, uve provenienti dai migliori vigneti situati nelle Colline nei dintorni di Trento a 300-600 metri esposti a Sud-Est e Sud, quindi già tre anni di ulteriore affinamento in cantina, non voglio rischiare considerando l’annata, lo apro, con certi vini è sempre una scommessa, vi invito a fare lo stesso, non vi fidate troppo, non abbiate la presunzione che ogni vino acquistato dalle 30 euro in su debba essere considerato il Santo Graal perché probabilmente se aspettate troppo lo berrete con il cucchiaino, ho detto tutto!

Ma ora basta chiacchiere, veniamo al vino.

perlé rosé 2005
perlé rosé 2005

La veste è rosa tenue, il colore è chiaramente buccia di cipolla, brillante come pochi e molto vivace, le bollicine sono estremamente fini, conoscendo come lavora l’azienda e le stupende cantine di affinamento che vi invito a visitare, non potrebbero essere altrimenti. La cosa che mi stupisce nonostante i 3 anni post sboccatura è lo sprint che ancora possiedono queste bollicine, sono numerose e persistenti, se mi avessero detto che la sboccatura era del 2014 non avrei fatto una grinza.

Ma veniamo al naso, come nei migliori Champagne non è per nulla prepotente e sfacciato, ha comunque una buona intensità che si rivela pian piano. Inizialmente si percepiscono note freschissime di pompelmo rosa e arancia sanguinella, soprattutto la scorza, ma ecco la susina rossa, l’uva spina, un lieve sentore di muschio bianco e frutti di bosco selvatici come il lampone ed il ribes rosso, continua su note floreali che mi ricordano l’acqua di rose. Con l’ossigenazione e lieve aumento di temperatura, vi consiglio di servirlo inizialmente a 7 gradi considerando la stagione in ci ci troviamo ed il fatto che questo vino va vissuto totalmente anche fino al momento in cui arriva ad un massimo di 10-12 gradi, si percepiscono sensazioni minerali ferruginose, lievemente iodate, un accenno di mandorla tostata ma soprattutto uno stupendo aroma di Cupcake alla fragola. Vi ricordo che questo vino ha sostato 60 mesi sui lieviti, al buio ed al fresco, luogo in cui vorrei trovarmi in questo istante considerando il caldo che percepisco mentre vi scrivo.

Il bellissimo colore
Il bellissimo colore

Ma veniamo al palato, la vera arma vincente del vino. Da subito freschissimo e di buona sapidità, sorprende per la cremosità della sua bolla, complice forse il 20% di Chardonnay. Una volta deglutito e continuando a masticare a bocca vuota per almeno dieci secondi e aprendo ogni tanto la bocca per fare entrare ossigeno, cosa che vi consiglio di fare sempre quando bevete questa tipologia di vino, si avverte una corrispondenza esemplare di tipo agrumato, la mineralità salata, la frutta ancora giovane, acida ed un piacevole finale ammandorlato che mi fa giustamente capire che il vino è ancora un ragazzo, non ha raggiunto il pieno equilibrio gustativo è ancora graffiante, scalpita ma la bevibilità è ottima. Si esalta di sicuro con un buon tagliere di formaggi e salumi; io personalmente l’ho abbinato ad un Crudo di Parma 24 mesi, a dell’ottima Coppa Piacentina, Mortadella Bologna Igp, Salame DI Milano, Reggiano 24 mesi, mozzarella treccia freschissima, formaggio Leerdammer, pomodori secchi ciliegino sott’olio con aglio e Taralli pugliesi, oltre ad un pane di Altamura spettacolare.

Il mio piatto di salumi e formaggi
Il mio piatto di salumi e formaggi

Concludendo sul “Perlé Rosé 2005” che ha in cantina un costo di 32 Euro, direi che forse potremmo iscriverlo alla seconda media, ma siam ben lontani dalla pensione.La domanda che vi starete ponendo è la seguente: ti sei pentito di averlo stappato oggi?

La risposta, permettetemi questa citazione, come diceva Virginia Madsen nel bel film “Sideways” del regista Alexander Payne è: “Mi piace che il vino continui ad evolversi che se apro una bottiglia oggi avrà un gusto diverso da quello che avrebbe se la aprissi un altro giorno. Perché una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita, è in costante evoluzione e acquista complessità. Finché non raggiunge l’apice. E poi comincia il suo lento, inesorabile declino.” ma mi permetto di aggiungere che ogni tanto è bello rischiare.

Alla prossima ragazzi. Restate sintonizzati.

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.