“Ripiddu” Etna Rosso doc 2010. Filippo Grasso.

Ciao ragazzi, oggi vi parlerò dell’azienda agricola Filippo Grasso e del suo mitico Etna Rosso “Ripiddu”. Un’azienda che mi riporta indietro nel tempo, quando con tanta curiosità assaggiavo “la qualunque” ed ogni tanto mi imbattevo in realtà di nicchia come questa, grazie soprattutto all’attenta selezione dell’azienda di distribuzione “Tre Archi” di Oleggio, il posto dove mi sono fatto le ossa come degustatore, molto prima di frequentare i corsi Ais per diventare sommelier.

Il vino
“Ripiddu” Etna Rosso doc 2010. Azienda agricola Filippo Grasso.

“Ripiddu”Etna Rosso doc 2010. Azienda agricola Filippo Grasso. Vinificazione acciaio. 14 % vol.90 % Nerello Mascalese, 10% Nerello Cappuccio e Mantellato. Contrada Calderara, Randazzo (Ct). 5 anni di cantina.

Colore davvero affascinate, evoluto. Granato di media trasparenza con evidenti bordi aranciati, si muove lento nel bicchiere, archetti fitti e buona consistenza.

Il naso evidenzia da subito un evoluzione del frutto che ad oggi è rappresentata da confettura di prugne e datteri disidratati, un incessante aroma di sottobosco ricorda il profumo dei funghi secchi a cui si alternano ritmicamente note di concentrato di pomodoro, cappero in salamoia, liquirizia dolce e caucciù. Il floreale acre di geranio, chiude il ventaglio olfattivo complesso ed evoluto. In bocca il vino è ancora tannico, fresco, importante sapidità data da un terroir vulcanico davvero unico in Italia. Il frutto è corrispondente in maniera positiva, data la coerenza dalle note percepite al naso, negativa dovendo constatare una sensazione matura che non convince del tutto e fa sedere il vino, che manca di progressione gustativa. A mio avviso ho aspettato un po’ troppo ad aprirlo ma nel complesso un ottimo vino dal buon rapporto qualità prezzo.

Abbinamento: Pasta al forno siciliana, rivisitata. “Chevelodicoafare”.

Pasta al forno siciliana rivisitata.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.