Dom Perignon Vintage 2004, what else? Per festeggiare la mia nuova casa!

Ci sono momenti nella vita che vanno festeggiati. Da grande appassionato di vino quale sono non aspetto certo i grandi avvenimenti per tirare il collo a bottiglie che possano lasciare nel cuore e nella mente di chi li degusta sensazione uniche ed irripetibili. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e certe bottiglie, a meno che non ti chiami Luca Cordero di Montezemelo con tutto il rispetto per l’ex presidente della Ferrari, non si possono certo stappare tutti i giorni e nemmeno tutti i week end, sto parlando del Dom Perignon.

Negli ultimi anni riconosco di aver sviluppato un interesse ed una dedizione quasi maniacale per lo Champagne, perché questa tipologia di vino, riassume in un calice tutte le caratteristiche che non devono mai mancare in un vino. Sensazioni olfattive di grande finezza, complessità ed eleganza. L’equilibrio gustativo, l’intensità di materia e la leggerezza unite a grande bevibilità e versatilità nell’abbinamento gastronomico e poi andiamo, lo Champagne è lo Champagne e il Dom Perignon è il padre di tutti loro.

Dom Perignon Vintage 2004
Dom Perignon Vintage 2004

L’idea, passatemi il termine, un po’ “sborona” di acquistarne due bottiglie per festeggiare assieme a Danila e la mia famiglia l’acquisto della mia prima casa a Novara mi è venuta quasi per caso. Il Dom Perignon è simbolo indiscusso di eccellenza in tutto il mondo ed è indubbiamente lo Champagne più celebre di sempre. Attualmente situato a livello aziendale nel cuore del vigneto della Montagna di Reims, nel villaggio di Hautvillers, culla dello champagne. Fu prodotto per la prima volta nel 1921, ma il prodotto fu rilasciato e venduto al pubblico solamente nel 1936. Viene prodotto ancor oggi miscelando vini provenienti da i migliori grand cru di tutta la Champagne, fu infatti questa l’intuizione dell’abate Pierre Perignon a cui ancor oggi di dedica il vino e se ne attribuisce l’invenzione. Ogni millesimo prodotto per definirsi tale deve garantire un invecchiamento minimo pari a trent’anni, guarda caso la durata del mio mutuo. E’ stata questa la mia intuizione, ho pensato: si vive una volta sola e probabilmente anche di case se ne compra una sola, e allora perché no? Una la beviamo oggi per festeggiare l’acquisto della casa e l’altra quando la casa sarà realmente mia, ovvero quando avrò terminato il mutuo fra trent’anni. Il vino a quel punto sarà al suo apice e quindi lo avrò assaggiato nelle due fasi opposte. Quindi fra trent’anni, se lo ripeto un’altra volta svengo, considerata ovvia la mia presenza sul web aspettatevi il proseguo di questo articolo.
Io & il Dom Perignon, sullo sfondo la basilica di San Gudenzio simbolo della città di Novara.
Io & il Dom Perignon, sullo sfondo la basilica di San Gudenzio simbolo della città di Novara.

Ma veniamo a questo prezioso nettare, prodotto ancor oggi con l’utilizzo di percentuali simili di uve Chardonnay e Pinot Nero, dal suo leggendario Chef de Cave Richard Geoffroy. Dom Pérignon Vintage 2004, almeno 72 mesi sui lieviti. La veste è giallo paglierino, perlage, vivacità di colore e brillantezza fuori dal comune. Il naso è un centrifugato di mineralità e tocchi fumé di indiscussa complessità a cui si aggiungono note di mandorla, pepe bianco e polvere di cacao, frutti bianchi, una nota freschissima di buccia di limone e fiori bianchi secchi, il finale ricorda lievissime note di torrefazione e freschezze balsamiche. Il palato, nonostante il vino sia ancora giovane, è cremosità allo stato puro, un andirivieni di intensità di materia e leggerezza che spiazzano completamente. La grande freschezza che ricorda l’agrume e le note balsamiche, unite alla sapidità che richiama le spezie, ne fanno un vino dal palato pieno lungo e davvero persistente. Insomma, l’annata rispecchia a pieno i caratteri distintivi del Dom Perignon classico se così si può definire, penso di aver fatto un ottimo investimento. Spero con tutto il cuore di non dover impiegare davvero trent’anni per stappare il gemello che riposa dolcemente nella mia cantina ma se così fosse, vorrà dire che è il suo destino, sarà pur sempre un magico momento per stappare un “Dom Pérignon Vintage 2004, what else?”, per festeggiare il fatto che sarò davvero il proprietario di casa mia.
auguri...
auguri…

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.

10 Risposte a “Dom Perignon Vintage 2004, what else? Per festeggiare la mia nuova casa!”

  1. Ciao Andrea Complimenti x la casa e x il festeggiamento a suon di Dom Perignon!!!! Ho acquistato circa 8/9mesi fa il vintage 2004, era un pò di tempo che lo volevo prendere, ma ill 2003 nn mi convinceva del tutto…. Io lo aspetteró, ma nn trent’anni spero visto che l’ho pagato 105 € con il cofanetto … Qual’é la miglior bottiglia di Champagne che hai stappato fino ad ora??? Ciai grazie

    1. Ti ringrazio Gabriele. Come sta andando il corso Ais? A che punto sei arrivato? Ti sta piacendo?
      Per il Dom Perignon è stata un pò una casualità e poi era indicato per il festeggiamento. Ma spero proprio di metterci meno di 30 anni! Ti dirò, fino ad ora lo Champagne più buono che ho bevuto penso sia il Grand cru di Ambonnay 2005 Andrè Beaufort, ma anche il Fidele di Vouette et Sorbèe, o il krug o il 7 cru di Agrapart e Fils o il Salon 1999 o il Comtes de Dampierre o il….non lo so è una domanda troppo complicata, impossibile rispondere, dipende dai momenti in cui l’ho bevuto ed allo stato d’animo, in certi attimi preferisco la potenza, la struttura del Pinot Nero di Ambonnay, in altri l’eleganza e la raffinatezza dello Chardonnay di Mesnil sur Oger o Cramant, lo Champagne è unico punto. A breve un articolo molto curioso su una vera chicca italiana, rimani sintonizzato mitico e buon corso!

  2. Hihihi hai ragione che domanda del piffero ti ho fatto!!! Io di Champagne ne ho bevuto davvero poco…ahi me!!! Ne ho 4 bottiglie che aspettano in cantina peró, anche se (per ora) ho un debole per il “buon” made in Italy… Molto curioso di questo tuo articolo in arrivo ed immagino anche, vista la tua innata passione sia un Franciacorta………….. Grazie,il corso é una Manna cavolo, mi rapisce ogni volta… stasera abbiamo degustato tre vini ed uno era uno Sforzato molto molto buono!!! Poi volevo chiederti se hai provato ancora il Soave?? Mi hanno regalato una bottiglia di Pieropan “la rocca” 2012…. Grazie ed un saluto anche a Danila

    1. Certo Gabri, conosco Pieropan e i suoi vini molto eleganti e minerali, il Soave ad alti livelli è degno di nota, assaggia anche Tamellini se ti capita.
      Tornando a cose più serie, con tutto il rispetto per il Soave, che Champagne hai nella tua cantinetta? Che sforzato ti hanno fatto assaggiare al corso?
      Franciacorta per me è solo: Faccoli, 1701, Enrico Gatti, Fratelli Berlucchi per quanto riguarda tutto il resto, la vita è troppo breve e il fegato è troppo sensibile per bere vini mediocri. Fammi sapere…a presto

  3. Era una battuta la mia, so bene del tuo tifo che del resto condivido x i franciacorta…. Anche se forse ti sei scordato di Cavalleri??? Lo sforzato del corso era un “Albareda Mamette Prevostini 2010” conosci?? Io pochi giorni fa ho rifornito la mia cantinetta con taaante bottigli chemi fanno scodinzolare al pensiero di stapparle…ed una bottiglia tra quelle aquistate é appunto uno Sforzato “Sfusat Ca Rizzeri Ranoldi 2009″… I miei Champagne sono piú “commerciali” diciamo, non avendo conoscienza approfondita ho preso: Bollinger la Grande annèe 2004, Mumm de Cramant Blanc de Blancs, Louis Roederer rosè 2008 e Appunto il Vintage 2004… So che dovrei cercare chicche meno popolari, ma per ora sono lanciato con i vini fermi, dopo un periodo dove do stappato tante bolle Italiane, ora mi ispirano la curiositá vini appunto fermi!!

  4. Approposito conosci il sito “Le mia Bollicine” di Alberto Luppetti?? A pubblicato un bel articolo sul Dom Perignon…. Buona serata Grande

    1. Alla faccia degli Champagne popolari, sono grandi bottiglie Gabri ricordati che l’unico difetto della grandi Maison è di fare vini un pò troppo simili tra loro ma sempre di altissima qualità, gli Champagne che pubblico io sono chicche che fanno respirare molto di più il terrori nel bicchiere, quindi ad un naso poco esperto potrebbero non piacere, ma lo Champagne non deve mai perdere in eleganza e finezza se non è un altra cosa e questi Champagne primo fra tutti Andrè Beaufort hanno sia eleganza che finezza, ma al contempo mineralità e tanto tanto altro che evolve nel bicchiere anche a dieci minuti dalla mescita. Mamete Prevostini lo conosco molto bene, un bel prodotto, Cavalleri per carità il blanc de blanc uno dei migliori ma decisamente troppo caro a livello di rapporto qualità prezzo…ergo bevo Champagne tutta la vita e anche quella dopo.
      Un abbraccio!

  5. In effetti nn é certo economico il Cavalleri… ad esempio ho il “Collezione esclusiva Giovanni Cavalleri 2005” (ultimo Franciacorta della mia collezione x ora) e l’ho pagato 32€…. Mica bruscoline!!! L’ AIS Brescia organizza un super evento il 28 di questo mese…Visita guidata da Letrari la mattina e nel pomeriggio al museo di Trento un’infinito banco d’assaggio di Trento Doc guidata da uno dei miei professori di corso che stimo all’inverosimile, lo porterei a casa mia e lo metterei nella cantinetta pronto all’uso hihihihi, il Mariano Francescono presidente ais Trentino!!! Ma é di Venerdi la gita e x me ……….. nn si puó fare!!! Ho letto il tuo articolo in seguito di Borgo Maraglino e devo dire che come sempre é ben fatto, nn conoscevo l’esistenza di questa meravigliosa realtá GRAZIE!! Chissá se é ancora valido l’invito ovviamente prima di Natale magari un pranzo da e nn ricordo il nome in quel bellissimo ristorantino che mi dicevi dalle tue parti…. Buona Domenica Grande

    1. Grazie Gabri, Borgo Maragliano la considero la chicca delle chicche! Te ne renderai conto tu stesso dopo aver provato i loro vini.
      Bella l’iniziativa di Ais Brescia che orgnanizza la gita in Trentodoc, finalmente un pò di giustizia per quei poveri palati bresciani…ahahahah…
      Scherzi a parte, ti prometto che appena finisco la mitica odissea della casa, ovvero a metà dicembre, una domenica andiamo a trovare il mio amico Gionata Venesio di Rosignano Monferrato e ti faccio conoscere la sua champagneria meravigliosa, un calice di Beaufort non ce lo toglie nessuno.
      Buona serata e che te devo di? datti malato quel Venerdì…ahahaha!

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