Champagne André Beaufort rosé 2003: un compleanno di emozioni.

Ci sono vini che restano nella memoria, indelebili come ricordi che ci riportano a sensazioni uniche vissute, magari in compagnia di persone che ormai non frequentiamo più, luoghi in cui da troppo tempo non torniamo per mancanza di tempo e coraggio, la paura di constatare che la felicità assoluta non esiste, esistono solo bei momenti.
Ebbene si, se dovessi riassumente per gioco queste sensazioni mostrandovi la fotografia di un personaggio del mondo del vino, la mente mi riporta ad solo vigneron, il suo nome è Jacques Beaufort, un vero fenomeno all’interno di una regione vitivinicola fenomenale, stiamo parlando ovviamente della Champagne.
La sua storia inizia nel 1969 a seguito di un’allergia verso i prodotti agricoli di sintesi.
Jacques decide di cominciare a coltivare, senza alcun trattamento chimico, i suoi sei ettari e mezzo di vigna distribuiti tra Ambonnay, celebre comune della Montagne de Reims, classificato Grand Cru, e Polisy nella Côte des Bars, dipartimento dell’Aube 130 km più a sud. Sicuramente parliamo di due terroir differenti ma è proprio della straordinaria fisicità di Ambonnay che vi voglio parlare, senza dubbio uno tra i villaggi più quotati della regione dominato da un sottosuolo profondamente gessoso e dalla sovranità assoluta del suo celebre Pinot Noir.
Non amo particolarmente festeggiare momenti importanti della mia vita con delle bottiglie pregiate, penso che sia l’esatto opposto, è una grande bottiglia che va festeggiata in un momento qualsiasi, aprirla, prepararsi alla degustazione è questo è il momento importante.
Quest’anno per il mio compleanno ho voluto fare un eccezione, sarà che sto invecchiando o più semplicemente una scusa per bere l’ennesima meraviglia del mio produttore di Champagne preferito di sempre.
Ma basta con tutte queste inutili chiacchiere, veniamo al vino in questione che mai come in questo articolo è la sola cosa importante: Champagne brut rosè André Beaufort millesimato 2003, sboccatura 2011, terroir di Ambonnay, 100 % Pinot Noir da vigne coltivate in regime biologico con utilizzo di omeopatia e aromaterapia, Jacques utilizza da oltre trent’anni soluzioni di piante e oli essenziali di produzione propria per limitare l’uso di rame e zolfo, praticamente un poeta in terra di Champagne.

Brut Rosé Millesime 2003 André Beaufort
Brut Rosé Millesime 2003 André Beaufort

L’emozione nello stappare questa bottiglia è tanta, le parole risulteranno inutili e non potranno tramettere nemmeno il 3% delle sensazioni provate, è chiaro, ma io ci provo lo stesso, mi sembra doveroso nei vostri confronti.
Il vino già dal colore mostra tutta la sua infinita eleganza: un rosa antico, illuminato da incredibili riflessi arancio vivaci e brillanti, le bollicine sono abbastanza numerose, molto fini e simili a piccoli spilli, la loro persistenza nel bicchiere nonostante i tre anni post sboccatura è notevole.

Bellissimo colore
Bellissimo colore

Ma veniamo al naso, il vero protagonista di questo vino. Servito ad una temperatura iniziale di 8-10 gradi rivela sin dal principio un incantevole nota agrumata di arancia rossa, si percepiscono freschissime note di bevanda al gusto di ginger e chinotto, un floreale tipico di fiori d’arancio leggermente appassiti e una spezia ancora verde in grani. Con la dovuta ossigenazione ed un leggero aumento di temperatura cominciano ad affiorare le incredibili note minerali del terroir di Ambonnay, in questo caso note lievemente ferruginose ed ematiche. Un leggero sentore di cera lacca e cipria dovuto dal lungo affinamento, chiude il quadro aromatico una dolce sensazione fruttata di albicocca disidratata, caramella di liquirizia e miele d’arancia. Davvero incantevole ed infinito questo naso, sono questi i vini naturali che amo, vini che evolvono nel bicchiere ad ogni istante, la complessità delle note lievemente ossidate e terziarie, fortemente minerali, mostrano tutta la potenza del terroir integrandosi alla perfezione al comparto fruttato e speziato creando un vero e proprio ensemble di sensazioni odorose.
Ma veniamo al palato. Le bolla, nonostante sia un Pinot Noir 100%, ha una cremosità spiazzante, inizialmente si percepiscono le note fruttate dolci e speziate ma ecco che arriva puntuale la sferzata acida a supporto di un equilibrio gustativo davvero notevole, persistenza lunghissima ed un finale che riporta incredibilmente all’arancia rossa iniziale che chiude il cerchio e lascia una piacevolissima sensazione di freschezza che invoglia la beva dei prossimi quattro(cento) bicchieri…magari!

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Vi chiedo scusa in anticipo per quello che sto per dire, può risultare banale e scontato, ma l’abbinamento migliore per questo vino non può che essere uno solo, ovvero con la persona che amate, magari per festeggiare il suo o il vostro compleanno o magari semplicemente quando avete voglia di provare un autentica emozione. Grazie Jacques … Grazie a tutti voi.

Buon Compleanno!!
Buon Compleanno!!

Cin!

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.

4 Risposte a “Champagne André Beaufort rosé 2003: un compleanno di emozioni.”

  1. BUON COMPLEANNO ANDREA!!! Come li descrivi tu questi capolavori d’otre Alpe…. Complimenti!!!!! A presto grazie

  2. Ciao Andrea! Scusami, ma avrei una domanda x te o uno spunto x una lezione x Danila… Spiegami xfavore quando un vino rosso va decantato, perché a me piace poco bere il vino nel decanter, ma preferisco nella propria bottiglia…. Grazie

    1. Figurati Gabri sai che è un piacere. Decantare un vino rosso ha il semplice scopo, solo nelle bottiglie vecchie altrimenti non serve quasi a nulla, di far si che il vino finisca nel decanter senza che lo seguano i depositi o fecce, per questo si usa mettere la candela sotto il collo della bottiglia durante questa operazione, per far luce e vedere bene il travaso, sono i tannini che precipitano dopo anni. In questo modo siamo sicuri che quando lo verseremo dal decanter nel bicchiere ci sia solo vino limpido.
      Per gli altri vini, se vuoi semplicemente ossigenarli basta toglierne un bicchiere dalla bottiglia dopo averla stappata e magari per cultura puoi assaggiare quel vino appena stappato e poi assaggiarlo dopo un’ora per caprine le differenze. Cmq ne parlo a Danila e vedremo di accontentarti. A presto mitico

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