Baron de Marck Brut, i satelliti della Maison J.M. Gobillard et Fils

E’ da tempo che volevo approfondire la gamma degli Champagne della Maison J.M. Gobillard et Fils, una realtà molto interessante in quel di Epernay, per la precisione ci troviamo a 5 km. dalla  capitale della mitica regione vitivinicola francese, ovvero nei pressi del villaggio di Hautvillers.

Introduzione

Solo a sentire questo nome tutti gli appassionati di Champagne drizzano le orecchie, perché nell’Abbazia omonima l’abate Dom Pierre Perigon, nel 1861, inventò la tipologia di vino più  famoso di sempre. Il tutto grazie ad una gloriosa intuizione, ad oggi nient’altro che il concetto di Cuvée, ovvero l’arte di miscelare vini anche di diverse annate e provenienti da  vigneti sparsi in diverse zone. Oltretutto ancor oggi viene riconosciuta universalmente a lui la nascita dello Champagne, e gli scaffali di mezzo mondo non fanno altro che ricordarlo  giornalmente attraverso una delle bottiglie che è entrata nella storia del mondo del vino, per l’appunto il Dom Perignon, celebre millesimato della maison omonima che appartiene al gruppo  Moët & Chandon. Io stesso ho avuto il piacere di stapparne una bottiglia per festeggiare l’acquisto della mia attuale casa, ho dedicato anche un articolo in merito, per chi se lo fosse  perso  qui trovate il mio articolo sul Dom Perignon

Affrontata un po’ di storia dello Champagne, che non fa mai male, torniamo a parlare della maison protagonista di questo articolo.

La mia intenzione è quella di approfondire nel tempo diversi prodotti della gamma J.M. Gobillard et Fils, solitamente in questi casi amo iniziare dai prodotti reputati “base”, proprio perché dagli stessi si riesce ad inquadrare meglio lo stile dell’azienda o lo “stampo” come amo definirlo, i millesimati o le super cuvée risentono di troppe variabili per farsi subito un’idea precisa, le cause sono dovute principalmente a fattori di tipo naturale nel primo caso, ed enologico/tecniche di cantina nel secondo.

In questo caso specifico farò ancor di più, inizierò addirittura da un vino “satellite” dell’azienda ovvero la tipica gamma di prodotti ideata dall’azienda, solitamente trattasi di grandi Maison, ideati per una distribuzione alternativa a quella classica della ristorazione/enoteche, e più nello specifico soprattutto per la Grande Distribuzione Organizzata, che ormai da un po’ di anni sta offrendo prodotti sempre più selezionati a prezzi davvero vantaggiosi, talvolta simili a quelli di cantina.

La Maison

La Maison è stata fondata ufficialmente nel 1955, ma fu nel 1933 e che Gervais Gobillard pioniere dell’azienda decise di acquistare i primi due ettari di vigneto, un’impresa eroica considerato lo sfavorevole contesto sociale del tempo, soprattutto per quanto riguarda i piccoli vignaioli che preferivano la sicurezza data dal semplice lavoro come agricoltori, rispetto al rischio d’impresa. Successivamente l’azienda passa nelle mani del figlio Jean Marie e dei suoi tre nipoti, Jean-Francois, Sandrine e Philippe, nel 1982 gli ettari diventarono 8.

Oggi l’azienda vanta un patrimonio vitivinicolo composto da 30 ettari situati principalmente nel Premier cru di Hautvillers, la produzione si attesta sul milione e mezzo di bottiglie e molti dei successi conseguiti nel tempo si devono principalmente  a Thierry Gobillard, enologo dell’azienda e grandissimo appassionato di vino che fa della ricerca e la sperimentazione la sua arma vincente, sempre nel rispetto della tradizione champenoise e cercando di interpretare al meglio un grande terroir come quello di Hautvillers, composto prevalentemente dal mitico suolo Argilo-calcareo su gesso a belemnita, che dona spiccata mineralità e profondità gustativa ai vini prodotti da mani sapienti ed esperte.

J.M. Gobillard Champagne Baron De Marck Brut

Inizio la gamma dei “satelliti” J.M. Gobillard dallo Champagne Baron De Marck Brut s.a., proprio perché visto il caldo degli ultimi giorni sento la necessità di vivere attimi spensierati e disimpegnati e di conseguenza anche i vini che ricerco dovranno avere le stesse caratteristiche, sicuramente spendendo il giusto, e questa bollicina pensavo centrasse in pieno il mio obbiettivo. “Mai errore mi fu così fatale”, ed ora capirete il perché .

Questo vino è nato da un taglio classico champenoise composto dal 35% di pinot noir, 30% chardonnay, 35% pinot meunier, sosta 24 mesi sui lieviti ed ulteriori 3 mesi post dégorgement. La sboccatura non è riportata in etichetta ma in base alla mia esperienza risale ad inizi 2017. Le uve utilizzate provengono tutte della vendemmia 2014 con l’aggiunta di una piccola percentuale di vini di riserva. La vinificazione viene effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica, 12.5 % vol. ed un dosaggio della liqueur di 8 g/L.

Il vino

Si presenta nel bicchiere con una veste giallo paglierino vivace, riflessi lievemente dorati evidenziati ulteriormente da un perlage minuto e composto da cordoncini regolari che fanno pensare ad un eccellente presa si spuma.

La vera sorpresa inizia qui, mi aspettavo un naso sicuramente definito conoscendo sommariamente lo stile Gobillard, ma non certo complesso, almeno nella gamma Baron De Marck, ed invece l’esordio di questo Brut s.a. è decisamente intenso ed improntato sulla mineralità che richiama fortemente i gusci delle ostriche e le alghe marine. Con lenta ossigenazione arrivano le note  di frutta esotica, soprattutto ananas e mango, nocciola tostata, un nota dolce di burro fuso e una sensazione floreale che richiama le caramelle millefiori ed il miele di tiglio accompagnate da una nota di pâtisserie che ricorda la crema di limone.

Il sorso risulta pieno e succoso, la cremosità della bolla rimanda subito alle note percepite al naso, soprattutto la frutta matura e la tostatura di nocciola. L’equilibrio del vino è notevole, la sensazione di grande freschezza è coadiuvata da una mineralità che si avverte anche in bocca, per via di una lunga scia sapida che allunga molto la persistenza, inoltre si avverte un finale gourmand che lo rende particolarmente adatto ai più svariati abbinamenti gastronomici, anche per via della lunghezza gustativa che francamente non mi aspettavo.

Nonostante ciò il piatto che mi sento maggiormente di consigliare in abbinamento al vino è una lasagna vegetariana con Fontina Dop, possibilmente non d’alpeggio.

Se è vero il detto  “ chi ben comincia è già a metà dell’opera”, con questo Champagne a cui ho assegnato 87 punti, ho aperto le danze in casa J.M. Gobillard in maniera egregia, soprattutto considerato il prezzo, ovvero 16.80 euro negli scaffali della Gdo, anche in Italia.

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.