Baron de Marck Brut Rosé, i satelliti della Maison J.M. Gobillard et Fils

Come promesso, continua il mio approfondimento della gamma Baron de Marck, un marchio di Champagne della Maison J.M. Gobillard et Fils, una realtà molto interessante in quel di Epernay, per la precisione ci troviamo a 5 km. dalla  capitale della mitica regione vitivinicola francese, ovvero nei pressi del villaggio di Hautvillers. Cliccando questo link, troverete il precedente articolo che ho scritto sullo Champagne Baron de Marck Brut, con  l’approfondimento della maison.

Champagne Baron De Marck Brut Rosé s.a.

Ma veniamo al vino in questione, trattasi di uno Champagne rosé, nato da un assemblaggio di uve pinot noir 33%, pinot meunier 50%, chardonnay 17%. 12,5% vol. In merito al dosaggio non ho trovato le info necessarie, nemmeno dopo aver inviato una mail direttamente alla maison J.M. Gobillard et Fils, purtroppo succede spesso quando si tratta di vini che fanno parte di un marchio ideato per una distribuzione alternativa, come ad esempio quella della Gdo. In base alla mia esperienza a mio avviso è un classico 9 gr./l. Stesso discorso vale per la data di sboccatura in etichetta, non viene riportata, ma a giudicare dallo sprint del perlage all’esame visivo e dalla conseguenza diretta delle bollicine al palato, la stessa non dovrebbe essere antecedente a gennaio 2018.

Il tasting

L’esame visivo, evidenzia da subito un perlage davvero ben fatto, cordoncini numerosi e regolari esaltano la tonalità del vino, un rosa cerasuolo vivace e luminoso con forti riflessi chiari salmone/buccia di cipolla.

Il naso parte in sordina, mediamente intenso, con sentori di acqua di rose e frutti rossi dalla classica sensazione dolce-acidula, in primis ribes e lampone. Col la giusta ossigenazione, il frutto aumenta ed il bouquet si diversifica: la mela renetta, la fragola, effluvi minerali di sabbia bagnata e gusci di ostriche, chiude una fresca sensazione balsamica di menta dolce. Una complessità tutto sommato accettabile, colpisce la pulizia dei profumi.

Il palato è succoso, freschezza spinta ai massimi ed una lieve sensazione tannica rendono il sorso per nulla banale. La persistenza non è infinita, così come la densità del vino al palato, media sapidità, si apprezzano comunque le doti di bevibilità e coerenza gusto-olfattiva, specialmente i frutti rossi.

Il vino a mio avviso è davvero duttile a tavola, per via delle sue doti gustative che ho pocanzi descritto. Personalmente, l’ho abbinato a delle focaccine e pizzette al pomodoro fresco ed origano preparate dalla mia fotoreporter ufficiale, Danila Atzeni, che ringrazio ancora.

In merito al rapporto qualità prezzo, definirei questo rosé più che soddisfacente avendo attribuito 84 punti. Il prezzo in Gdo, anche in Italia, è di circa 18-19 euro, on line si aggira attorno alle 23-25.

 

Pubblicato da frescoesapido

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021 ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore quali Lavinium, L'Acquabuona e Travel Wine Magazine.